Come dipinge il sole – Nunzia Pappalardo reca dalla Sicilia di Teocrito un segno molto netto che ricostruisce la natura con precisione di intaglio. Il valore sentimentale del cromatismo…Chi abbia qualche pratica con le lettere classiche ricorderà la potenza visiva con cui Teocrito, il celebre poeta siracusano, descrisse la Sicilia. Virgilio riprendendone gli idilli nelle Georgiche e nelle Bucoliche preferì agli abbacinamenti del sole una natura più dimessa come di nebbia. Fu forse anche qui un fatto di sangue. Il celebre vate aveva origine padane e aveva respirato quell’aria sempre molle ed umida. Non è inopportuno principiare la descrizione del grandi paesaggi, dei segnatissimi disegni di Nunzia Pappalardo con quelle immagini antiche. Anch’ella infatti sembra avere coltivato una sensibilità tutta protesa alla luce, non ustionata, ma per lo meno ostinatamente rivolta al sole. Anche in lei luce vuol dire linee chiare e nette, natura potenziata nei suoi tratti, come esaltata, vivacizzata anche quando secca e morta da raggi non contenuti entro cieli coperti o grandi fronde. Sarà anche per questo che è piuttosto difficile trovare nelle pitture della Pappalardo tinte deboli o cieli oscuri.
Avremo invece il blu, contornato di gialli e bianchi e qualche sfumatura di rosa o verde, disteso come ad infinito, quasi un deserto di cielo. Forse ricavate e delimitate da segni nettissimi, descrittive come intagli su rame, preziose come miniature ma capaci di ampliare, no di costipare, la visione….
Angelo Panerai
Quadri e sculture – giu./lug. 1997 n. 26